martedì 16 ottobre 2007
Il petrolio un problema rivoluzionario
Bisogna dire che la vera rivoluzione sociale e la prosperità economica del xx secolo sono dovute in gran parte all'utilizzo del petrolio come risorsa energetica, una fonte di energia tutto sommato efficiente, a basso costo e versatile, ma purtroppo oggi primitiva e direi nefasta.
Il petrolio aldilà del fatto che correntemente viene utilizzato per circa il 40% come fonte di energia primaria e circa per il 90% come energia impiegata nei trasporti, è anche la materia base per le più svariate produzioni chimico industriali, in particolare nei fertilizzanti per l'agricoltura, nonché plastiche, colle, vernici, lubrificanti, detersivi, e via dicendo.
Qui entra in gioco la teoria del picco di Hubbert, nel 1956 Marion King Hubbert un geofisico americano, formulò una teoria riguardante l'evoluzione temporale della produzione di una qualsiasi risorsa minerale o fonte fossile esauribile o fisicamente limitata. Questa teoria applicata ai tassi di produzione petrolifera ci indica con preoccupazione il periodo in cui la stessa diminuirà in modo significativo.
Negli anni ’60, Hubbert stesso aveva previsto il picco degli Stati Uniti per il 1970. A quel tempo, era stato accusato di essere un folle visionario; ma i suoi detrattori devono essere rimasti molto sorpresi quando hanno visto la sua predizione realizzarsi. In tempi più recenti, un picco è stato osservato per la produzione di petrolio nell’Unione Sovietica nel 1990 e un altro per la produzione di petrolio del mare del Nord nel 1999.
Per quanto riguarda la produzione mondiale di petrolio secondo gli studi di geologi internazionali sulla teoria di hubbert il picco è stato stimato intorno al primo decennio del 21° secolo, altri più ottimisti stimano il picco verso il 2030, Tutti quelli che hanno ragionato su questo argomento hanno sostenuto che al picco ci possiamo aspettare un rapido aumento dei prezzi del petrolio come pure una fase di instabilità geopolitica. Entrambe le condizioni sono soddisfatte al momento attuale, per cui più di un autore è del parere che potremmo essere molto vicini al picco o addirittura averlo già passato.
Appare chiaro come il problema di trovare dei sostituti del petrolio, comporti una rivoluzione di ordine tecnologico e politico immensa, lo sforzo per coprire tutti i settori di utilizzo attuali con nuove risorse sostitutive potrebbe portare a cambiamenti radicali per la società umana.
Tuttavia il primo problema che potrebbe sorgere è dovuto al probabile utilizzo di altre fonti di energia quali i combustibili fossili (principalmente gas naturale e carbone) o l'energia nucleare come sostitutivi del petrolio ciò sarebbe un pericoloso errore, puntare invece sulle fonti rinnovabili, renderebbe la transizione una cosa positiva riducendo, fra le altre cose, la quantità di gas serra emessa nell’atmosfera e allontanando il rischio del riscaldamento globale. Sulla terra c'è un'enorme quantità di energia pulita che aspetta di essere utilizzata.
E’ interessante notare, come tutte le sorgenti di energia non rinnovabili sono soggette al ciclo di Hubbert. Rimpiazzare il petrolio con carbone oppure con uranio non risolverebbe il problema dell'esaurimento delle scorte. Al contrario, le fonti rinnovabili hanno un comportamento completamente diverso: la produzione diventa ciclica, se dovessimo fare un grafico osserveremmo una curva a "S" a differenza del picco del grafico di Hubbert.
Questo tipo di comportamento “non-Hubbert” è più simile all’economia agricola che a quella industriale alla quale siamo abituati, in pratica rinnovamento e riciclo naturale.
Sarebbe un cambiamento veramente radicale.
Chiunque voglia approfondire la conoscenza di questa teoria c'è un film molto conosciuto nei circuiti esteri che ne parla The end of Suburbia come al solito difficile da vedere in Italia.