In fondo tutte le cose appartengono allo stesso calderone universale, l'infinitesimale della materia è come un brodo misto dentro il quale sguazziamo allegramente tutti noi, le nostre cose, i nostri pensieri. Guardando un sasso contempliamo un diverso stato energetico dell'insieme della materia alla quale apparteniamo e ogni nostro pensiero è una reazione elettrochimica di questo insieme. Ogni volta che soffermo la mia attenzione sullo sguardo di un gatto, un cane o un altro animale ritrovo una parte di me in loro che ha le stesse funzioni, mi rendo conto che hanno emozioni e bisogni similari al 100 per 100 ai miei. Sottostiamo bene o male alle stesse leggi della fisica e della chimica, ed anche se come umani ci riteniamo all'apice della piramide dell'evoluzione, siamo fragili quanto loro. Se ci ficcano un chiodo in testa, sia che sei una mucca sia che sei un uomo senti il medesimo dolore e fai la stessa fine, se ti mettono appeso sul ciglio di un burrone ti caghi addosso, sia che sei un gatto sia che sei un uomo, allora perché si pensa ancora oggi ad un animale come ad un oggetto o un materiale da fagocitare e buttare giù dallo scarico fognario umano. Mi rispondo che viviamo in un mondo in cui si uccidono bambini per masturbarsi o estirparne gli organi, si massacrano popolazioni per lotte di potere ed economiche, si producono tonnellate di rifiuti e veleni perché l'economia non può subire rallentamenti, la vita umana è soltanto un valore commerciabile e rientra nei bilanci aziendali che se ne fottono dell'umanità di ogni singolo individuo. Quindi in un mondo simile come pretendere che si abbia il giusto rispetto e riconoscimento per esseri che non hanno nessuna capacità di difendersi e soprattutto non hanno la capacità di organizzare una moderna class action contro la bestialità umana. Tutti mangiano il pollo, o il coniglio o la bistecca di vitello o maiale, ma quanti mangerebbero carne se dovrebbero uccidere un animale con le proprie mani? Un coniglio è bello a vedersi attraverso la vetrina di un negozio di animali, paffutello e col fiocchetto, il bambino passa e dice "Papà! Che carino, me lo compri?", allora io dico che se in macelleria lo si espone in questo modo, probabilmente su 100 conigli acquistati 80 non andrebbero a finire in padella, perché vederli e sentirli come un essere vivente e non come materiale inerte da masticare è un'altra cosa. Il trucco è che siamo assuefatti a una realtà parallela dove preferiamo non pensare oggettivamente da dove proviene un cosciotto di agnello e preferiamo ignorare anche che la bistecca deriva da una mucca alimentata con farina composta dai suoi stessi simili, hanno fatto diventare la mucca cannibale, sempre in nome dei bilanci aziendali. Qualcuno di voi ha sicuramente un animale domestico e tra questi c'è sicuramente qualcuno che ama quell'essere oltremisura, addirittura come un familiare o un fratello, io sono uno di quelli. Devo dire che anni fa anch'io vivevo nel limbo e nell'offuscamento della capacità di concretizzare la reale importanza degli animali e della natura, è stato dopo aver adottato dei cuccioli di gatto e aver lottato per farli vivere che mi si sono aperti gli occhi. I loro sguardi, il loro affetto sincero, la loro spensieratezza e giocosità hanno fatto il resto. La mia sensibilità verso la vita in generale e soprattutto verso la sofferenza di tutti gli esseri indifesi ha subito un'esponenziale crescita, non è che sia diventato un santo, ma ho migliorato il mio approccio con la società in generale e sviluppato un profondo senso di conservazione per quelle cose che mano a mano stiamo perdendo senza rendercene conto. Siamo troppo impegnati a pensare come comprarci il mega televisore al plasma dove guardare quei programmi che ti stimolano a mangiare e ingozzarti e ti insegnano a scorrazzare con un suv da 5000 di cilindrata su e giù per la città perché fà chic, sbavando di bestemmie contro tutti gli imbranati che ci bloccano il traffico e intanto diventiamo sempre più fottuti.
domenica 20 gennaio 2008
giovedì 3 gennaio 2008
La cauzione sui contenitori vuoti salverà il mio ottimismo
Sul finire di dicembre, una domenica mattina uno spiraglio di sole apparso dopo giorni di pioggia e nuvole mi mette il buon umore, allora ho pensato di godermi la mattinata correndo in riva al mare, assaporando la brezza e ritemprandomi il fisico e la mente. Indosso la mia tenuta da runner, prendo il mio lettore mp3 e mi dirigo verso la spiaggia e la battigia, che già immagino diversamente dall'estate, sgombra dalla massa e ritornata al suo primordiale stato di natura selvaggia.
Ma si sa, la mente riesce ad elaborare concetti fantastici e il pensiero ha gli occhi più lunghi della vista, che invece non perdona lo squallore che mi si presentò davanti. Dopo 3-4 giorni di mareggiate e temporali, sul bagnasciuga erano depositate per km, tutte le più elaborate nefandezze umane, e dico proprio tutte, la mia diventa una corsa ad ostacoli tra bottiglie di plastica, alle quali spetta il primo posto numericamente parlando, insieme ai sacchetti della spesa, poi copertoni, lattine, carcasse indefinite di animali, e tutto il resto che non sto ad elencare. Improvvisamente la mia visione di trascorrere una mattinata tra la natura incontaminata diventa un passaggio in un ambiente post apocalittico, mi ritrovo circondato da rifiuti, e una incredibile quantità di persone che facevano avanti ed indietro sulla spiaggia chi con metal detector, chi con semplici bastoni, alla ricerca di qualunque cosa potesse avere un minimo valore economico, alla fine quando anche il piccolo spiraglio di luce solare fu spento da una minacciosa massa nuvolosa, il paesaggio prese i i contorni che gli si addicevano, ingrigendosi ed adattandosi a quel diciamo -stato di agonia-. Allora mi sono defilato velocemente verso casa, rimproverando la mia romantica ed ottimistica visione delle cose, sgambettata crudelmente dalla realtà.
Nel pomeriggio riflettendo sull'argomento, ho pensato che una piccola ma efficiente soluzione per far si che alcuni rifiuti di largo uso e consumo, venissero perlomeno riciclati o non dispersi in modo terribilmente eccessivo nell'ambiente, potesse essere quella applicata già da anni in buona parte dei paesi europei più evoluti, in pratica mettere una piccola cauzione sui contenitori di plastica, vetro, alluminio, tetrapak e perché no anche sui copertoni. In uno dei miei viaggi in Germania, ricordo di essere entrato in un pub dove le bevande venivano servite in bicchieri di plastica dura, che pagavi un euro in più come cauzione, quando finivi la bevanda e ne volevi un'altra, ritornavi col vecchio bicchiere e questo ti veniva sostituito con un'altro, quando uscivi restituivi il bicchiere e ti tornavano l'euro, lo stesso procedimento era in auge in tutti gli esercizi pubblici, bar, stadi, centri commerciali. I vantaggi erano tanti, minore presenza di camerieri tra i tavoli, meno rifiuti da pulire, meno bicchieri rotti dove venivano usati quelli in vetro, e specialmente allo stadio o al cinema, non si vedevano scempi di rifiuti in giro. La stessa politica viene adottata dai supermercati che vendono con la cauzione le varie bevande di uso comune. Non capisco quali siano i limiti per poter applicare tale politica economica anche in Italia, non dico che questa soluzione permetta a me e a chiunque altro un giorno di passeggiare in una spiaggia linda e incontaminata, ma forse ci sarebbero più persone che farebbero a meno del metal detector, per passare a una piccola ma proficua raccolta di lattine, bottiglie di plastica e perché no anche copertoni usati, e il mio e altrui ottimismo potrebbero trarne beneficio.
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Ma si sa, la mente riesce ad elaborare concetti fantastici e il pensiero ha gli occhi più lunghi della vista, che invece non perdona lo squallore che mi si presentò davanti. Dopo 3-4 giorni di mareggiate e temporali, sul bagnasciuga erano depositate per km, tutte le più elaborate nefandezze umane, e dico proprio tutte, la mia diventa una corsa ad ostacoli tra bottiglie di plastica, alle quali spetta il primo posto numericamente parlando, insieme ai sacchetti della spesa, poi copertoni, lattine, carcasse indefinite di animali, e tutto il resto che non sto ad elencare. Improvvisamente la mia visione di trascorrere una mattinata tra la natura incontaminata diventa un passaggio in un ambiente post apocalittico, mi ritrovo circondato da rifiuti, e una incredibile quantità di persone che facevano avanti ed indietro sulla spiaggia chi con metal detector, chi con semplici bastoni, alla ricerca di qualunque cosa potesse avere un minimo valore economico, alla fine quando anche il piccolo spiraglio di luce solare fu spento da una minacciosa massa nuvolosa, il paesaggio prese i i contorni che gli si addicevano, ingrigendosi ed adattandosi a quel diciamo -stato di agonia-. Allora mi sono defilato velocemente verso casa, rimproverando la mia romantica ed ottimistica visione delle cose, sgambettata crudelmente dalla realtà.
Nel pomeriggio riflettendo sull'argomento, ho pensato che una piccola ma efficiente soluzione per far si che alcuni rifiuti di largo uso e consumo, venissero perlomeno riciclati o non dispersi in modo terribilmente eccessivo nell'ambiente, potesse essere quella applicata già da anni in buona parte dei paesi europei più evoluti, in pratica mettere una piccola cauzione sui contenitori di plastica, vetro, alluminio, tetrapak e perché no anche sui copertoni. In uno dei miei viaggi in Germania, ricordo di essere entrato in un pub dove le bevande venivano servite in bicchieri di plastica dura, che pagavi un euro in più come cauzione, quando finivi la bevanda e ne volevi un'altra, ritornavi col vecchio bicchiere e questo ti veniva sostituito con un'altro, quando uscivi restituivi il bicchiere e ti tornavano l'euro, lo stesso procedimento era in auge in tutti gli esercizi pubblici, bar, stadi, centri commerciali. I vantaggi erano tanti, minore presenza di camerieri tra i tavoli, meno rifiuti da pulire, meno bicchieri rotti dove venivano usati quelli in vetro, e specialmente allo stadio o al cinema, non si vedevano scempi di rifiuti in giro. La stessa politica viene adottata dai supermercati che vendono con la cauzione le varie bevande di uso comune. Non capisco quali siano i limiti per poter applicare tale politica economica anche in Italia, non dico che questa soluzione permetta a me e a chiunque altro un giorno di passeggiare in una spiaggia linda e incontaminata, ma forse ci sarebbero più persone che farebbero a meno del metal detector, per passare a una piccola ma proficua raccolta di lattine, bottiglie di plastica e perché no anche copertoni usati, e il mio e altrui ottimismo potrebbero trarne beneficio.
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