Sul finire di dicembre, una domenica mattina uno spiraglio di sole apparso dopo giorni di pioggia e nuvole mi mette il buon umore, allora ho pensato di godermi la mattinata correndo in riva al mare, assaporando la brezza e ritemprandomi il fisico e la mente. Indosso la mia tenuta da runner, prendo il mio lettore mp3 e mi dirigo verso la spiaggia e la battigia, che già immagino diversamente dall'estate, sgombra dalla massa e ritornata al suo primordiale stato di natura selvaggia.
Ma si sa, la mente riesce ad elaborare concetti fantastici e il pensiero ha gli occhi più lunghi della vista, che invece non perdona lo squallore che mi si presentò davanti. Dopo 3-4 giorni di mareggiate e temporali, sul bagnasciuga erano depositate per km, tutte le più elaborate nefandezze umane, e dico proprio tutte, la mia diventa una corsa ad ostacoli tra bottiglie di plastica, alle quali spetta il primo posto numericamente parlando, insieme ai sacchetti della spesa, poi copertoni, lattine, carcasse indefinite di animali, e tutto il resto che non sto ad elencare. Improvvisamente la mia visione di trascorrere una mattinata tra la natura incontaminata diventa un passaggio in un ambiente post apocalittico, mi ritrovo circondato da rifiuti, e una incredibile quantità di persone che facevano avanti ed indietro sulla spiaggia chi con metal detector, chi con semplici bastoni, alla ricerca di qualunque cosa potesse avere un minimo valore economico, alla fine quando anche il piccolo spiraglio di luce solare fu spento da una minacciosa massa nuvolosa, il paesaggio prese i i contorni che gli si addicevano, ingrigendosi ed adattandosi a quel diciamo -stato di agonia-. Allora mi sono defilato velocemente verso casa, rimproverando la mia romantica ed ottimistica visione delle cose, sgambettata crudelmente dalla realtà.
Nel pomeriggio riflettendo sull'argomento, ho pensato che una piccola ma efficiente soluzione per far si che alcuni rifiuti di largo uso e consumo, venissero perlomeno riciclati o non dispersi in modo terribilmente eccessivo nell'ambiente, potesse essere quella applicata già da anni in buona parte dei paesi europei più evoluti, in pratica mettere una piccola cauzione sui contenitori di plastica, vetro, alluminio, tetrapak e perché no anche sui copertoni. In uno dei miei viaggi in Germania, ricordo di essere entrato in un pub dove le bevande venivano servite in bicchieri di plastica dura, che pagavi un euro in più come cauzione, quando finivi la bevanda e ne volevi un'altra, ritornavi col vecchio bicchiere e questo ti veniva sostituito con un'altro, quando uscivi restituivi il bicchiere e ti tornavano l'euro, lo stesso procedimento era in auge in tutti gli esercizi pubblici, bar, stadi, centri commerciali. I vantaggi erano tanti, minore presenza di camerieri tra i tavoli, meno rifiuti da pulire, meno bicchieri rotti dove venivano usati quelli in vetro, e specialmente allo stadio o al cinema, non si vedevano scempi di rifiuti in giro. La stessa politica viene adottata dai supermercati che vendono con la cauzione le varie bevande di uso comune. Non capisco quali siano i limiti per poter applicare tale politica economica anche in Italia, non dico che questa soluzione permetta a me e a chiunque altro un giorno di passeggiare in una spiaggia linda e incontaminata, ma forse ci sarebbero più persone che farebbero a meno del metal detector, per passare a una piccola ma proficua raccolta di lattine, bottiglie di plastica e perché no anche copertoni usati, e il mio e altrui ottimismo potrebbero trarne beneficio.
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